lunedì 10 novembre 2008

L'anello mancante



L'anello mancante

Una donna perse il suo anello più prezioso; cercò ovunque per ritrovarlo, ma nonostante la sua fatica non ci riuscì. Si sedette su una pietra, disperata, cercando inutilmente di sopprimere la sua disperazione. Come al solito il suo cane gli si avvicinò cercando le carezze della padrona. La vicina di casa la salutò come ogni sera. Le amiche le mostrarono le erbe che avevano raccolto e gliene regalarono un mazzetto. Rientrando a casa le famiglia la accolse con l’affetto di sempre. Purtroppo il tormento per la perdita dell’anello continuava a perseguitare la donna, la quale però pensò:nessuno si è accorto che ho perso l’anello, tutti si sono comportati come sempre, perché proprio io devo comportarmi in modo diverso con me stessa?Fu così che si addormentò serena.

Vigilare affinché gli eventi transitori non assorbano tutta la nostra attenzione, distogliendoci così dal momento presente è una pratica costante. Vivere pienamente il presente, piacevole o spiacevole che esso sia, è una delle chiavi per avere una vita significativa. Coltivare questo tipo di attenzione genera frutti, riscontrabili già nell'immediato. In primis
una mente sgombra da ruminazioni ossessive, una mente più chiara, con la quale cogliere la realtà. Leggendo questo brano mi sono vista le mille e una volte in cui la mente vaga, macinando una frase, un fatto, un gesto.Il presente si oscura e non arriva più all'anima il necessario nutrimento. Non è che tutto debba scivolarci addosso, che nulla debba toccarci, al contrario. Vivere nel presente permette di essere più collegate, implicate, in relazione.Il mondo interiore è straordinaria fonte di ispirazione e profondità a patto che non sia un luogo in cui ci si perde, ci si isola, o si resta intrappolate.
La coscienza è solo nel continuo
fluire.

mercoledì 26 marzo 2008

Lavare la ciotola

Una monaca appena entrata in monastero chiede alla Maestra:
"Ti prego, dammi qualche consiglio."
La donna risponde: "Hai mangiato la zuppa di riso?". La monaca: "Sì". E la donna: "Allora va a lavare la tua ciotola".

Penso che questo sia il miglior consiglio possibile all'inizio di un percorso introspettivo: tenere pulita la ciotola. Sottolinea l'importanza di portare a compimento ogni azione. Si tratta di una forma di igiene mentale, farlo permette di avere la mente sgombra.

All'inizio del mio percorso monastico informale, mi è stata sottolineata l'importanza di rifare sempre il letto ogni mattina. Prendersi cura del passaggio tra sonno e veglia è una forma di rituale.

Quante azioni lasciamo incompiute e quali conseguenze derivano dal non avere lavato la ciotola. Ogni processo ha un suo sviluppo: inizio, evoluzione e conclusione. Il momento di lavare la ciotola può quindi essere anche molto differito nel tempo, ma arriva.

Il rituale di pulizia precede e permette un nuovo inizio.
Qualcuno ha detto: la vita è manutenzione. E dicendolo sbuffava

Vedo la manutenzione come l'arte del coltivare, del prendersi cura. È un modo di esteriorizzare rispetto, ed è segno di consapevolezza.